Gesù ci accompagna anche nei momenti di disorientamento (6:45-56)
Introduzione
Il carico di lavoro a cui i discepoli erano stati sottoposti negli ultimi giorni è stato davvero impegnativo sotto l’aspetto fisico, psicologico e spirituale, avendo avuto a che fare con notti insonni e viaggi massacranti, frustrazioni e paure di essere abbandonati perché non sempre erano in grado di capire il loro Maestro, avevano scacciato demoni e combattuto contro ogni sorta di opposizione. I discepoli in quel momento erano come dei pugili che a forza di prendere pugni sono frastornati e disorientati.
In questo brano evidenzieremo in che modo Gesù accompagna i suoi discepoli anche in questo momento di disorientamento, in primo luogo ① riformando i loro valori e in secondo luogo ② sostenendoli nelle loro angosce.
Vediamo in che modo
Gesù riforma i nostri valori.
Il resoconto di Marco racconta le vicissitudini dei discepoli, che dopo aver passato tutta la giornata sulle colline della Galilea in occasione della moltiplicazione dei pani e dei pesci fino a tarda serata (v. 47), ora sono in mezzo al mare in direzione di Gennesaret (v. 53). Sono le tre del mattino e Gesù li vede in difficoltà mentre remano con grande fatica avendo le onde minacciose e contrarie davanti a loro.
Certamente non era un momento semplice questo per i discepoli: la morte violenta di Giovanni che pesa ancora sul loro cuore, la mareggiata di alcune notti prima, il tour de force al fianco del loro Maestro e questa ennesima notte insonne in mezzo alle onde danno l’idea del disorientamento dei discepoli, al punto che, quando vedono Gesù camminare sulle acque e andare verso di loro, essi sono presi dal terrore e lo scambiano per un fantasma.
Marco ci dice che i discepoli rimangono spaventati e depressi perché non avevano ancora realizzato il miracolo dei pani e dei pesci, perché il loro cuore era troppo incredulo e indurito per comprenderlo. Questi uomini erano stati esposti ai tempi e alle sollecitazioni a cui il Signore era abituato, tempi per loro troppo pesanti che non gli permetteva di recuperare la lucidità necessaria per realizzare e comprendere ciò a cui assistevano.
Forse non abbiamo mai vissuto questi momenti così pesanti e disorientanti, ma comunque ognuno di noi ha provato momenti difficili in cui c’è stato bisogno di ritrovare la lucidità e la giusta direzione. Il nostro disorientamento può venire dal carico eccessivo sul lavoro, o delle responsabilità eccessive a cui siamo chiamati, da un momento difficile sotto l’aspetto fisico, psicologico o spirituale. Ma il primo disorientamento che abbiamo sperimentato è stato certamente alla nostra conversione, quando cioè Dio è entrato nella nostra vita, in cui tutto era nuovo, diverso, eccitante, stupefacente, ma dove abbiamo anche scoperto quanto era importante rimettere ordine nella nostra vita per DISIMPARARE le cose vecchie e REIMPARARE le cose nuove che scoprivamo man mano che leggevamo la Parola di Dio.
Come Gesù ha fatto con i suoi discepoli, Lui ha visto la condizione in cui anche noi eravamo e si è preoccupato di venirci a cercare, per entrare nella nostra vita e perdonare i nostri peccati e donarci la salvezza di cui avevamo bisogno. Lui è diventato il nostro Maestro che si preoccupa di insegnarci le cose che riguardano il suo regno. E’ Lui che ci è venuto a cercare, lo ha fatto per la sua sola grazia morendo per noi sulla croce a causa del nostro peccato, e noi dobbiamo vivere non più per noi stessi, ma per la sua gloria. Per vivere alla sua gloria abbiamo bisogno di riformare il nostro vecchio modo di pensare e di vivere, abbiamo bisogno di metter Lui al centro della nostra vita. Come i discepoli abbiamo bisogno di essere ri-orientati verso Dio, poiché come il loro pensiero era condizionato dal giudaismo o dal paganesimo da cui venivano, anche noi dobbiamo essere riformati dall’ateismo, dal cattolicesimo, dalla tradizione e da tutte le filosofie false del nostro passato: “…avete imparato a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici, a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità…” (Ef. 4:22-24).
In secondo luogo, questo brano ci dice che
2. Gesù ci sostiene nelle angosce.
Marco ci racconta che, pur essendo distante da loro, Gesù osserva i suoi discepoli e si preoccupa di loro, vede la situazione in cui si trovano e li raggiunge per rassicurarli. Vede le difficoltà che stanno vivendo e va verso di loro per sostenerli. Vede la loro fatica, sa che sono stanchi e appesantiti per la missione a cui li ha chiamati, sa l’impegno che hanno dimostrato rinunciando anche al cibo, riconosce il carico di lavoro al quale li ha sottoposti, comprende la frustrazione che provano per non capire sempre quel che dice, sa che non sempre comprendono i miracoli che ha compiuto davanti a loro, ma non li abbandona come loro forse temono. Percepisce le angosce che provano e si avvicina per rassicurarli dicendo: “Non abbiate paura, fatevi coraggio, sono io”. Poi sale in barca con loro e il mare si calma. Questo è quello che Gesù ha fatto con i suoi discepoli quel giorno, ma è anche quello che continua a fare oggi per noi.
Quante angosce pervadono il nostro cuore durante la giornata? Quanti timori di non essere abbastanza “performanti” e adeguati nei compiti e nelle responsabilità che ci vengono affidate? Quante paure di non essere compresi, accettati, amati? Quante paure pervadono la società di oggi? La paura di non avere un futuro (soprattutto le nuove generazioni). La paura di non trovare lavoro e la paura di non farcela economicamente. La paura per sé stessi e per i propri figli. La paura di ammalarsi. Quante paure potremmo elencare e scoprire nelle vite delle persone intorno a noi.
Questo brano ci parla di colui che conosce i cuori delle persone e non è insensibile verso coloro che vivono nelle paure, poiché Lui le ha affrontate prima di noi, poiché ha affrontato la paura e la morte prima di noi, ed è per questo che può sostenerci nelle nostre angosce, poiché è il sommo sacerdote che ci ha preceduto in ogni cosa che possiamo vivere, e per questo può simpatizzare con noi in ogni paura e difficoltà, come ha fatto con i discepoli e con tutti coloro che lo hanno servito dopo di Lui. Lo ha fatto con gli apostoli quando gli ha affidato la sua chiesa per proseguire il suo ministero. Lo ha fatto con coloro che hanno dovuto difendere la chiesa dalle eresie durante i secoli. Lo ha fatto con i Riformatori quando si sono contrapposti alla chiesa di Roma, riportando al centro la parola di Dio, perché si predicasse una salvezza gratuita a tutti coloro che non potevano accedervi. Lo continua a fare con noi oggi, sia individualmente sostenendoci nelle nostre conflittualità e paure quotidiane, sia come chiesa affinché possiamo adempiere il mandato che ci ha affidato, proclamando il suo vangelo in questo mondo, sostenendoci e dicendoci: “Non abbiate paura, fatevi coraggio, sono io”.
Conclusione
Gesù può sostenerti nelle angosce più profonde, quelle che solo tu conosci, e dalle quali puoi essere liberato, proprio perché Lui ha vinto il mondo e, nella sua morte e resurrezione ha stabilito il suo potere su ogni cosa nei cieli e sulla terra (Matteo 28:18). Vuoi rimanere schiavo delle tue paure, farcela con le tue forze, o vuoi affidarti a colui che ha conosciuto e vissuto le paure prima di te, e ha il potere di liberarti perché è Dio? Preghiamo!