Il vangelo secondo Marco
Leggi i sermoni predicati ogni domenica durante il culto di adorazione della chiesa.
Gesù ci insegna a riconoscere la sua identità (Marco 8:27-9:1)
Perché Gesù pone queste domande ai suoi discepoli? A cosa servono queste domande?
Queste domande servono a richiamare alla memoria dei discepoli le cose che hanno ascoltato in precedenza, per renderli consapevoli di cosa vuol dire seguire Cristo e quale sia la posta in gioco.
Chi sono io per la gente? E chi sono io per voi?
Attraverso questo brano, Gesù ci parla di lui e ci insegna a riconoscere la sua identità, cioè, chi è Lui, e quali sono le cose che è venuto a realizzare in questo mondo.
Gesù ci invita a riconoscerlo (Marco 8:1-26)
È sorprendente che dei discepoli che hanno vissuto a stretto contatto con Gesù, non capiscono quello che ha insegnato e non riconoscono ciò che lui ha compiuto. Infatti, vengono ripresi decisamente da Gesù che chiede: “Perché state a discutere del non avere del pane? Non riflettete e non capite ancora? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchie e non udite?” (v. 17).
Nella predicazione di oggi Gesù ci invita a riconoscerlo ① nella sua immensa compassione, ② nella sua completa sufficienza e ③ la nostra conclamata insufficienza.
Gesù risana la nostra condizione (Marco 7:24-37)
Questo brano ci presenta due storie difficili con due diversi approcci.
La prima storia ci parla di una donna pagana che nonostante sia una “donna” e per lo più “pagana”, va da Gesù perché liberi la figlia indemoniata.
E nonostante Gesù le risponda che non può dedicarsi a lei perché, prima deve dedicarsi ai figli dell’eredità d’Israele, non si scoraggia e va avanti nella sua intenzione.
L’altra storia ci parla di un “sordo-muto, che viveva nella sperduta Regione del Mare di Galilea a maggioranza pagana, che sperava di essere guarito.
Gesù ci insegna che cos’è la santità (Marco 7:1-23)
Attraverso questo brano Gesù ci insegna due cose sulla vera santità: la prima è che ① la vera santità ha a che fare con il cuore e il peccato dell’uomo, e la seconda è che ② la vera santità ha a che fare con l’opera soprannaturale di Dio.
Gesù ci accompagna anche nei momenti di disorientamento (6:45-56)
Il carico di lavoro a cui i discepoli erano stati sottoposti negli ultimi giorni è stato davvero impegnativo sotto l’aspetto fisico, psicologico e spirituale, avendo avuto a che fare con notti insonni e viaggi massacranti, frustrazioni e paure di essere abbandonati perché non sempre erano in grado di capire il loro Maestro, avevano scacciato demoni e combattuto contro ogni sorta di opposizione. I discepoli in quel momento erano come dei pugili che a forza di prendere pugni sono frastornati e disorientati.
In questo brano evidenzieremo in che modo Gesù accompagna i suoi discepoli anche in questo momento di disorientamento, in primo luogo ① riformando i loro valori e in secondo luogo ② sostenendoli nelle loro angosce.
Gesù provvede anche nelle difficoltà (6:14-44)
Attraverso queste due storie Gesù vuole lasciare un INSEGNAMENTO ai suoi discepoli in un momento di grande difficoltà e SMARRIMENTO.
In questa predicazione evidenzieremo che GESU’ PROVVEDE ANCHE NELLE DIFFICOLTA’, ① donando una nuova speranza, ② provvedendo una vita abbondante e ③ aprendo una nuova prospettiva per la nostra vita.
Gesù ci invia in un contesto ostile (6:1-12)
Il racconto di oggi riguarda il ritorno di Gesù nel suo paese d’origine di Nazareth insieme ai suoi discepoli. In un primo momento le persone sembrano meravigliate e si chiedono da dove gli venivano quelle parole e quella potenza con cui operava i miracoli (v. 2).
Gesù ci esorta ad avere fede (5:21-43)
Non vi siete mai trovati in una situazione disperata, in cui non vedevate davanti a voi nessuna via d’uscita? Bene, se vi siete trovati o vi trovate in una situazione complicata questa predicazione è anche per voi.
Gesù governa tutta la libertà 4:35-5:20
Questo messaggio può aiutarci a vincere sulle nostre paure, preoccupazioni, difficoltà… perché Gesù governa tutta la realtà, e per questo quello che Marco ci presenta è un antidoto che può aiutarci a combattere le nostre paure e preoccupazioni.
Gesù ci introduce nel suo regno – Marco 4:21-34
In questo brano Gesù presenta due parabole, che paragonano il regno di Dio ad un seme che viene piantato in un terreno, e che durante la notte mentre il contadino dorme, germoglia e cresce senza che lui sappia come, perché nella terra, da sé stesso si rompe e produce il suo frutto (vv. 27-28). Parla anche del granel di senape (vv. 30-32) che, pur essendo il più piccolo tra i semi, quando è piantato in terra, cresce e diventa un grande albero, dove potranno rifugiarsi centinaia di uccelli.
Gesù ci annuncia la potenza della sua parola – Marco 4:1-20
Il testo di Marco ci dice che, come il seme che è in grado di promuovere la vita, così la Parola di Dio ① è potente perché è in grado di dare origine alla fede, ② è potente perché è in grado di andare in profondità ed ③ è potente per portare frutto.
Gesù e i vari terreni – Marco 4:1-20
La parabola del seminatore ci parla di un seme che rappresenta la Parola di Dio, e dei diversi terreni che rappresentano i cuori degli uomini, che sono stati violati (deformati) e compromessi dal peccato, e che hanno bisogno di essere riabilitati, ravvivati (riformati), poiché tutti gli uomini intorno a noi (compresi noi prima della conversione) sono lontani da Dio, sono separati da Lui e sono incapaci di avere un qualunque interesse per Dio e per la sua parola.
Ma siamo proprio tutti fratelli? – Marco 3:20-21, 31-35
Il brano di Marco rivela che i familiari di Gesù, in quel momento si confondevano con gli altri che lo seguivano, poiché vedendo tutto questo interesse per Gesù, lo vanno a cercare contrariati e infastiditi dalle sue intemperanze, dimostrando che non avevano compreso, né chi fosse e né quale fosse la missione che Gesù aveva ricevuto dal Padre.
Gesù e il peccato imperdonabile – Marco 3:20-30
In questa storia ci sono tre protagonisti: c’è LA FOLLA, che incuriosita dalle notizie che hanno di Gesù e a causa dei loro bisogni, lo seguono (v.1); ci sono I FAMILIARI DI GESU’ che, pur cercando di proteggerlo dagli attacchi e imbarazzati dal clamore che si era creato intorno a Gesù, non riconoscono la sua autorità e la sua missione, e non gli credono (v. 2).
Gesù ci chiama a se’ – Marco 3:13-19
Il brano di oggi ci parla della chiamata e della costituzione dei dodici, che sarebbero diventati gli apostoli di Cristo, e “avrebbero cambiato il mondo”, come afferma Michael Green nel suo libro: “I 30 anni che cambiarono il mondo”, dove racconta il cambiamento promosso dalla chiesa primitiva nella società del I secolo.
Gesù regna sulla realtà spirituale – Marco 3:7-12, 22-30
In questa predicazione parleremo di Gesù, in quanto Re sulla realtà spirituale, e andremo a spiegare ① cosa s’intende per spirituale, andremo a precisare ② che la vera spiritualità è definita dalla comunione con Dio, poi riprendendo ③la domanda che Gesù rivolge ai suoi discepoli (e a noi oggi) “Chi dite che io sia”?…
Gesù deve guarirci – Marco 3:1-6
Questo brano ci pone un problema di carattere etico, poiché chiede: “E’ giusto guarire una persona in giorno di sabato?”, poiché secondo la tradizione e la legge ebraica non si doveva lavorare, né svolgere alcuna attività in giorno di sabato. In questo caso abbiamo un uomo …
Gesù compie un cambiamento – Marco 2:18-28
Spesso Gesù è accusato di essere contro le tradizioni e la legge. Gesù in effetti aveva guarito in giorno di sabato (1:31), i suoi discepoli mangiavano senza prima lavarsi le mani (7:2), sfregavano le spighe del grano in giorno di sabato (2:23). Tutte queste azioni potrebbero confermare quest’accusa…
Gesù ci viene a cercare – Marco 2:13-17
Questo brano ci parla della grazia, della saggezza e della lungimiranza di Dio, che chiama un uomo come Levi, ①andando oltre le convenzioni culturali del tempo. Ci parla ② della gioia e delle conseguenze di una fede autentica, e ③ della prospettiva nuova a cui conduce la conversione.
Gesù si presenta come Dio – Marco 2:1-12
In questo brano Gesù si presenta come Dio. Questa affermazione poteva sembrare pretenziosa, presuntuosa e fuori luogo perché gli scribi “comprensibilmente” dichiarano che “solo Dio ha l’autorità di perdonare i peccati (v. 7).