Fondati nella speranza (Marco 13:1-37)
Introduzione
Leggendo questo brano possiamo provare una piacevole aspettativa perché in fondo si sta parlando del ritorno di Gesù, e questo è un lieto evento per quelli che lo hanno conosciuto e hanno creduto in Lui, perché vivranno alla sua presenza per sempre. Ma questo brano può incutere timore anche in coloro che gli appartengono per le varie turbolenze che ci saranno da affrontare nell’attesa del suo ritorno.
Questo brano ci parla di edifici distrutti (v. 2), di guerre (v. 7), carestie e terremoti (v. 8), persecuzioni e processi nei tribunali (v. 9). Questo brano è sconvolgente e Gesù annuncia i segni che precedono il suo ritorno, periodo in cui ci saranno falsi cristi che si spacceranno per il vero Cristo e che diffonderanno menzogne su Dio e sulla fede (v. 22).
La parola di Dio afferma che la creazione è “in travaglio” (Romani 8:23) e questo brano è un avvertimento per prepararsi ad affrontare tempi difficili.
In questo brano Gesù ci consiglia di “allacciare bene le cinture” perché non sarà un volo tranquillo, e ci lascia tre raccomandazioni che dobbiamo tenere ben presenti per non cadere e farci del male.
In primo luogo, dobbiamo
Riposare in ciò che è stabile.
In tempi difficili dobbiamo aggrapparci a ciò che è veramente stabile, altrimenti rischiamo di cadere. I discepoli di Gesù presi da “una sorta di sensibilità per il mattone” gli fanno vedere il tempio, le sue mura possenti e le sue belle strutture architettoniche (v. 1). Sembrano le bellezze architettoniche a rassicurare i discepoli.
Ma sono proprie queste a darci sicurezza? Sono le proprietà, il mattone, gli immobili a dare sicurezza alla vita? Gesù ci dice di no, poiché tutto crollerà al suolo (v. 2). Ferrara è circondata dalle sue meravigliose mura, ma anche queste un giorno cadranno al suolo.
Non sono le mura o la “casa” la certezza a cui aggrapparsi. È importante avere una casa, ma non è la soluzione definitiva, perché anche questa può venire meno. Altri possono pensare che l’unica cosa stabile siano gli affetti familiari. Ma anche questi, dice Gesù, possono venire meno, poiché anche in famiglia ci possono essere tradimenti, cambiamenti, abbandoni (vv. 16-17). Altri pensano che siano gli amici, ma anche questi svaniranno. Questo non vuol dire che la famiglia o gli amici non sono importanti, ma anche queste non sono le certezze a cui aggrapparsi.
Le sicurezze materiali e quelle affettive sono un aiuto, ma non sono le certezze della vita a cui aggrapparsi in tempi turbolenti. Per quanto importanti sono, anche queste sicurezze sono fragili e incerte, poiché le ricchezze possono sparire, le relazioni possono interrompersi, e se la nostra vita è aggrappata soltanto a queste, rischiamo di non avere basi solide nel momento del bisogno. Sono doni e protezioni preziose che possono essere un aiuto, ma anche queste possono venire meno e farci precipitare.
Quali sono allora le certezze della vita in tempi difficili?
Per Gesù sono due: la sua PAROLA e la sua PRESENZA. Poiché egli dice che: “Il cielo e la terra passeranno, ma le sue parole no” (v. 31). Tutto passa e finisce, ma la Parola di Dio rimane vera, stabile, affidabile e certa. Per questo l’ascoltiamo ogni domenica nella predicazione, la leggiamo in casa ogni giorno, ne parliamo con gli altri e cerchiamo di viverla quotidianamente. La parola di Dio non passa, non invecchia, non tradisce, non deperisce, non viene meno, perché è stabile, ferma e forte. Tutto passa, ma la Parola di Dio no, quindi possiamo agganciare la nostra vita alla Parola di Dio per resistere alle turbolenze della vita!
Forse ti stai chiedendo: come posso soprattutto oggi affidarmi ad una “parola”? Gesù ci promette che insieme alla Parola è garantita anche la sua presenza. Dice, infatti: Quando sarete in difficoltà “io vi darò una parola e vi assisterò mediante lo Spirito Santo” (v. 11). Io sarò con voi ogni giorno, dice Gesù nella sua parola (Matteo 28:20). La Parola è con voi oggettivamente e, siccome è la mia Parola ed “io sono la parola”, io sono con voi personalmente ogni giorno.
La presenza, la compagnia, la vicinanza di Gesù è assicurata ed è l’àncora della nostra vita. Nelle difficoltà della vita non saremo mai soli: forse non avremo proprietà materiali, ma abbiamo la parola che non passa. Forse non avremo l’affetto delle persone care, ma l’amore di Gesù ci avvolgerà sempre. La sua Parola e la sua presenza sono le certezze della vita, e in tempi di pericolo, sono queste le protezioni che danno sicurezza, perché con la parola di Gesù e con la sua presenza si può persino riposare nel bel mezzo di tempi difficili.
Se è garantita la sua parola e la sua presenza, in secondo luogo possiamo stare
2. Sereni nel sapere come finirà.
Gesù preannuncia tempi difficili caratterizzati da catastrofi naturali, da conflitti fra nazioni e da quelli familiari, poiché non c’è un ambito della vita che è al sicuro dalle difficoltà dei tempi. Nel discorso di Gesù c’è anche un riferimento alle persecuzioni e all’odio per i credenti, e l’invito è quello di perseverare nella speranza e nella fede (v. 13). C’è anche un riferimento all’equilibrio ecologico del pianeta (vv. 24-25) e alle tensioni geo-politiche globali (v. 8). In ogni caso, in questo tempo lungo o corto che sia, il corso della storia, i contrasti tra le nazioni, i disastri naturali o quelli causati dall’uomo sono nelle mani del Dio sovrano e, l’invito che ci viene è di rimanere saldi e di vegliare durante questa attesa (vv. 33, 35, 37).
Ma Gesù ci dice anche come andrà a finire, visto che tutto questo “travaglio” è una sorta di inaugurazione di un tempo nuovo, poiché “Il Figlio dell’uomo verrà sulle nuvole con potenza e immensa gloria” (v. 26). Il tempo della prima venuta del Figlio sta per terminare con la morte e la resurrezione di Gesù (come dirà Marco nei prossimi capitoli). C’è un tempo in cui dobbiamo attendere che sarà caratterizzato dalle difficoltà introdotte da questo brano, ma è un tempo turbolento che finirà, e la conclusione sarà il ritorno del Signore Gesù in tutta la sua gloria.
Gesù ci preavvisa delle difficoltà in arrivo e in atto, e ci anticipa la conclusione: il viaggio sarà complicato, ma arriveremo a destinazione. Sì, ci saranno turbolenze, ma il viaggio proseguirà fino alla fine. Sì, ci saranno prove anche difficili, ma il regno di Dio già inaugurato, sarà universalmente e irreversibilmente stabilito, perché quello che Dio afferma nella sua parola è certo (v. 31).
Lutero aveva compreso questo brano quando scrisse “Forte rocca è il nostro Dio”. La vita cristiana è una battaglia, ma la storia è nelle mani di Dio. La Parola di Cristo è stabile, la sua presenza nello Spirito è certa, il futuro è di Dio e del suo popolo. Il Figlio tornerà e metterà fine alle turbolenze. Allacciamo quindi le cinture, rimaniamo fedeli e aspettiamolo con trepidazione!
Se è garantita la parola di Dio e la presenza di Cristo, se siamo rassicurati dal sapere che tutto andrà secondo il piano di Dio, dobbiamo
3. Mantenere ferme le priorità.
Nelle difficoltà della vita, riposiamo in ciò che è veramente stabile (cioè, la Parola e la presenza di Cristo) e stiamo sereni nel sapere come andrà a finire questa storia (Gesù tornerà nella sua gloria). Nel suo discorso Gesù dice anche quale deve essere il nostro atteggiamento.
Egli ci dice: “Non fatevi ingannare, ma state attenti” (v. 23). Tenete gli occhi aperti e le antenne del cuore ben accese. State attenti, svegli, pronti. Non fatevi stordire dalla vita, ma rimanete concentrati e sobri. “Non siate spaventati, ma badate a voi stessi” (v. 9). Ci saranno mille motivi per andare nel panico, ma l’invito è di stare in guardia fiduciosi e di non perdersi d’animo. “Rendiamo una buona testimonianza in questi momenti di attesa e difficili”. Nelle situazioni favorevoli e in quelle complicate, non vergogniamoci di Cristo e rimaniamo a Lui fedeli. Siate sempre pronti a rendere ragione della speranza che è in voi (1 Pietro 3:15). Non facciamoci sopraffare dalle prove e farci piegare da esse. Rimaniamo in piedi con la nostra dignità cristiana. Non ci facciamo imbrigliare dalle cose di quaggiù che possono scoraggiarci, ma guardiamo a quelle di lassù per trovare speranza nel Signore. “Non facciamoci imbruttire dal mondo, ma contribuiamo a renderlo migliore”. Ricerchiamo la sobrietà, viviamo con gusto, ma sempre con semplicità e modestia. “State svegli e pregate” (v. 33). La vigilanza cristiana deve sempre andare a braccetto con la preghiera.
Conclusione
Cosa ci sta dicendo qui il Signore?
Mantenete le priorità della vita cristiana: siate vigili, date buona testimonianza, siate sobri, siate integri e risoluti, pregate… che piova o che faccia caldo, che sia un tempo di pace o di difficoltà, che siate in salute o malati, soli o in compagnia: vivete la vita cristiana nella sua pienezza e nella sua interezza.
Oggi, qualunque sia la situazione della tua vita, vivila da discepola/o di Cristo. È l’unica vita degna di essere vissuta in attesa di incontrarlo faccia a faccia quando verrà la seconda volta.
Allaccia le cinture di sicurezza e mettiti il casco, perché ci sarà turbolenza, ma tranquillo perché arriveremo alla destinazione che Dio ha stabilito per noi. Preghiamo!